A tu per tu con…Chiara Francini

Titolo: Il Cielo Stellato Fa Le Fusa
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: Rizzoli, Rizzoli editore
Genere: Romanzo
Pagine: 336
Prezzo: 18,00 €

Attrice, volto tv, editorialista e, anche, ma in questo caso soprattutto, scrittrice.

Oggi, 1 dicembre 2020, esce il nuovo libro di Chiara Francini, “Il cielo stellato fa le fusa” (Rizzoli) è un toccasana per gli spiriti liberi, che amano l’ironia e la serietà nello stesso piatto. Si parla di cibo, ma anche di cultura, di storie e, anche, un po’ di pandemia. Attenzione, però, la pandemia del Boccaccio.

Scritto in un formato che rimanda ad un’opera di notevole importanza per la nostra cultura, quale è il Decameron, “Il cielo stellato fa le fusa” è, infatti, un libro che porta con sé una nuovissima (e mai letta prima!) concezione di romanzo.

4 ragazze e 4 ragazzi, provenienti ciascuno da un mondo diverso, restano rinchiusi in una villa sontuosa a Fiesole, in compagnia della governante, “la Lauretta,” e del gatto, “Rollone Rosa”.

“Che fare se non ispirarsi al Decameron di Boccaccio e mettersi a novellare?”

Abbiamo letto il libro in anteprima e incontrato (via digitale, naturalmente!) l’autrice, insieme ad altri blogger, per scoprire qualche segreto in più sulla sua novità: pronti a correre in libreria?

Se non fosse un romanzo, come definiresti il nuovo libro?

Un paniere pieno di delizie.

Da dove è giunta l’ispirazione per questo strepitoso libro?

In realtà stavo scrivendo un altro romanzo, quando la mia agente letteraria americana mi ha chiamata chiedendomi di scrivere il “Decameron”… Inizialmente credevo fosse ironica, o impazzita! Poi, pensandoci, mi ha intrigato davvero tanto, perché mi avrebbe dato la possibilità di dare sfogo alla grande curiosità che mi guida. La modalità della novella, il fatto di poter utilizzare soggetti di diverse nazionalità, mi ha permesso di raccontare storie che nel passato mi hanno incuriosito, o che mi sono rimaste in mente per svariati motivi. Poi, con così tanti personaggi, ho potuto inserire molteplici ingredienti che dessero il giusto risalto alla complessità del mondo degli esseri umani.

Ci spieghi il titolo?

“il cielo stellato” è una ricetta tipica campigiana, una frittatona con il manzo, ed è la ricetta che cita la Lauretta all’inizio. È ovviamente una citazione di Kant: “Il cielo stellato sopra di me la legge morale dentro di me, che mi sembrava perfetta perché il cielo stellato rappresenta l’umanità. Fa le fusa perché c’è Rollone, ma significa anche che “il cielo stellato” si emoziona, che è una cosa meravigliosa.

Il parallelismo tra la peste del Decameron e la pandemia che stiamo vivendo, è inevitabile. È apposito?

Ho scritto il libro durante il primo lockdown, sicuramente influenzata del periodo storico che stiamo vivendo, ma senza mai citarlo esplicitamente. L’epidemia, a mio parere, ha diverse sfumature: è anche la mancanza di senno, la perdita totale delle regole che costituiscono e che rendono civile l’umanità. In questi casi la straordinarietà è la salute, non la malattia. Per questo non l’ho esplicitamente citata, ma ho cercato di trasmettere il messaggio, suggerendo in chiusura una riflessione.  Devo dire che il fatto che il libro esca proprio oggi, in concomitanza con questo secondo periodo di restrizioni, mi incuriosisce. Solitamente i romanzi vengono scritti tempo prima rispetto alla data di pubblicazione e la componente di attualità che trovo in questo caso, mi affascina molto. È una qualità incredibile.

Quale ruolo ha l’ironia, nella tua quotidianità e più in generale nella tua vita?

Dostoevskij diceva che “bellezza salverà il mondo”, io credo che lo faranno l’ironia e l’autoironia. Credo fortemente che l’ironia sia quel balsamo che trasforma tutto ciò che riteniamo errori, brutture, bozzi, in meravigliose possibilità che ti rendono unico. Credo anche che sia un po’ la capacità di vedere qualcosa da lontano, nelle sue reali dimensioni: è una rassicurazione, dona la consapevolezza di quanto è giusta l’imperfezione. L’ironia è un collante.

Questo libro è un toccasana: in un periodo di pesantezza generale, abbiamo tutti bisogno di un po’ di leggerezza, naturalmente non intesa come superficialità.

Sono felice di questa nota. Sono tanti i momenti di riflessione, nel testo, ma, appunto, quello che mi piaceva è passare il messaggio che questa vita la si deve amare pazzamente. Volevo quindi che alla fine della lettura, si provasse una sensazione di calore e accoglienza.

Quando hai iniziato a scrivere, avevi già chiara la storia?

Assolutamente no. Avevo l’idea di scrivere qualcosa di simile al Decameron, mi piaceva raccontare di una meravigliosa villa circondata da un bosco ceduo: amo molto le descrizioni. Solo scrivendo, mi è venuto in mente di riunire i personaggi, così diversi tra loro, in occasione del convegno “Cibo e Cultura”: per me il cibo è fondamentale e il connubio tra le due cose, mi fa impazzire. Ogni novella, arrivava in itinere. La mia è una “disarmonia prestabilita”, ovvero conosco l’inizio e la fine, ma non so nel mezzo come si svilupperà la storia. Il processo creativo, per me, deve portare gioia e piacere all’autore. Solo così piacerà anche al lettore.

Scrivere con incidenza toscana è stato per una fiorentina d’hoc come te, divertente?

Mi sono divertita moltissimo. Quando scrivo io vado molto a orecchio: credo che qualsiasi persona, quando legge un termine, anche se nuovo, inventato o inesistente, in qualche modo “vede” ciò che sta accadendo. È un o’ come quando ti innamori, non lo sai se è giusto o meno, ma lo senti!

Quanto nella scrittura, ti aiuta essere un’attrice?

Mi aiuta soprattutto per quanto riguarda i dialoghi: se vi leggo la mia interpretazione della “Lauretta” (la governante, ndr), è molto divertente. Effettivamente nella scansione dei dialoghi mi aiuta molto. Mi aiuta a non allontanarmi troppo dalla realtà. È una sinergia, quella tra scrittura e recitazione.

Ti trovi maggiormente a tuo agio sullo schermo o in veste di scrittrice?

Mi trovo a mio agio nel mondo della scrittura e nel mondo del teatro. Sicuramente la scrittura mi permette di mostrare tutti i miei colori e mi lascia la facoltà di dare voce e al mio lato romantico, pensoso, riflessivo. Sono empatica, allegra, ma allo stesso tempo sono una persona molto silenziosa. Mentre nella recitazione, puoi sicuramente “sporcare” il personaggio con le due sfumature ma si limita molto al copione che devi seguire. Con la scrittura mi sento davvero libera.

Qual è il rapporto con il tuo pubblico e come cambia a seconda che tu sia sullo schermo o sulla carta?

Amo moltissimo presentare i miei libri, per me è fondamentale la gratitudine e la riconoscenza, in quanto artista e in questo modo ho l’opportunità di ringraziare i miei lettori. Il cinema e la tv sono un po’ delle telefonate d’amore, la scrittura, invece, intesa come condivisione, e anche il teatro, sono degli abbracci. In questi due, ho l’opportunità di avere un rapporto diretto con le persone. I miei lettori mi conoscono perfettamente, mi seguono sui social, mi scrivono e sono tutte persone meravigliose. Fortunatamente non ho haters. Quando incontro qualcuno, mi fa davvero piacere riconoscere che le persone mi vogliano bene. Per me è fondamentale.

Qual è il rapporto con il tuo meraviglioso gatto? E come è finito all’interno del libro?

Io sono un’amante dei gatti. Tanto che, il mio terzo libro, è dedicato alla mia gatta Lorelai, che ora non c’è più. Credo che siano creature incredibili, eleganti, maestose e in grado di guardarti “dall’alto al basso”, anche stando a terra. Mi piaceva moltissimo l’idea di inserire un narratore felino, così sarcastico, caustico, colto, ma alla fine anche così umano. Mi fa impazzire il fatto che Rollando (il gatto, ndr) citi Gadamer, mentre si fa il bidet davanti a 10 persone.

Ci vuoi dire qualcosa in merito alla copertina?

È un quadro di Bosch. Cercavo qualcosa per la mia copertina, quando ho trovato un’artista che inserisce il suo gatto, Zarathustra, in tutti i dipinti più importanti della storia dell’arte. Questa immagine ha tutti i personaggi per rappresentare perfettamente la commedia umana del Boccaccio, ovvero quella che ho cercato, io a mia volta, di onorare con questo libro.

Cosa pensi della poesia? è un elemento molto presente nel testo.

Sono un’amante della poesia, trovo che sia la forma d’arte suprema. La poesia scontorna la vita come scontorna le parole. È una magia, forse anche un incantesimo, riesce ad illuminarti con poche righe. È bellezza pura.

Il cielo stellato fa le fusa, Chiara Francini

Il cielo stellato fa le fusa, Chiara Francini

 Immagine di copertina Ph Credits: Maria La Torre

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