Nell’ambito di Bookcity Milano abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Arisa, durante la promozione del suo libro Tu eri tutto per me, edito da Mondadori.
Come sono i protagonisti di ‘Tu eri tutto per me’? Come li descriveresti?
La protagonista è Lara. Tutte le persone che le ruotano intorno, in realtà, sono individui che rimangono poco tempo nella sua vita e più che altro fanno parte del suo mondo introspettivo e immaginario. Lara è una donna autistica sotto certi aspetti; lei si dedica completamente a un amore vissuto in pochissimo tempo e alla proiezione di questo amore. Dunque, Lara vive questo amore pochi attimi, ma se lo porta dietro nell’attesa tutta la vita. Quindi è una donna che costruisce una prigione intorno a sé, e lei stessa rappresenta la sua prigione, la sua infelicità e la sua solitudine. Ma è anche una persona che, volutamente, avendo così tanta paura del mondo, preferisce fermarsi su una cosa che in un certo senso non potrà mai avere, così da dare una giustificazione al suo desiderio di solitudine, sempre nell’alibi dell’attesa. Gli altri personaggi di “Tu eri tutto per me” sono la madre e il padre che ho descritto per far meglio capire la sua infanzia e in riferimento al suo passato. Tutto il romanzo è un racconto in prima persona al presente, con incursioni nel passato e, attraverso queste incursioni, si capiscono aspetti della protagonista e alcune dinamiche che chiariscono perché lei si trovi in determinate situazioni.
Per quale motivo ha deciso di raccontare questa storia d’amore? Prende spunto dalla realtà o è tutta fantasia? Cosa l’ha spinta a raccontarla?
In realtà ci sono due aspetti che mi hanno fatto riflettere sul desiderio di raccontare una storia così triste. Prima di tutto lo sfarzo del Natale che può sembrare una banalità. Io sono la prima sostenitrice della festa natalizia, nel senso che aspetto il Natale, ma mi chiedo se le persone sole che si trovano intorno tutto questo festeggiare non soffrano ancora di più. E poi, se devo essere sincera, sono stata molto affascinata e incuriosita dalle vicende della vita di Mia Martini: mi sono chiesta quale sia stato il meccanismo che ha fatto scaturire tanta solitudine in una donna come lei, di così tanto successo e con tante possibilità, una bellissima ragazza con molte opportunità, di una famiglia benestante, vissuta in un’epoca in cui la donna stava ottenendo una certa libertà, parliamo degli anni del ’68. E infatti, dai racconti che mi sono arrivati da persone a lei vicine, mi è stato riferito che Mia Martini era molto triste per amore e si era isolata in una casa lontano dalla città e aspettava. Questo è anche quello che succede alla mia protagonista, Lara. Ho saputo che addirittura lei aveva preparato una cena per un autore famoso ( forse un amore?) che non è mai arrivato.
Quali sono le differenze tra Arisa-cantante e Arisa-scrittrice? Ci sono degli elementi che riserva solo per la scrittura?
Non ci sono tante differenze anche perché io scrivo tantissimi testi, anche se nel mio prossimo disco non ci sarà nemmeno una mia canzone. Questo perché spesso quello che scrivo non è realizzabile in musica, nel senso che non sempre scrivo in metrica, però mi piace molto il suono delle parole. La similitudine sta nel fatto che quando scrivo mi racconto nella mente, nel senso che leggo nella mente quello che scrivo e sembra che tutto abbia un suono, un’espressione. Secondo me una persona scrive bene quando quello che legge ha un suono. E quindi è come se fosse una mega canzone, ha una sua melodia e secondo me è la cosa che fa si che un lettore si possa appassionare veramente. E’ come se tu sentissi raccontarti quello che leggi. Questa è una similitudine: la musicalità.
Che valore ha parlare di amore oggi nei libri?
Più che altro seconde me l’amore cambia a seconda dell’età di chi lo racconta. Oggi, a 31 anni, mi sento di dire che l’amore è una parte dell’esistenza umana e che, come per Lara, a volte è un alibi, come ho detto prima. Non bisogna fissarsi su un oggetto, ma sul fine che è lo scambio, dunque l’amore è uno scambio. L’amore eterno non esiste secondo me. Anzi può esistere quando è supportato da una forte amicizia perché l’amore è un sentimento che può essere facilmente sostituito con altri aggettivi. Che cos’è l’amore? È affinità. Quando chiedi a qualcuno che cosa crede sia l’amore, nella maggior parte dei casi quel qualcuno ti risponderà con una serie di aggettivi che a loro volta non possono essere sostituiti. Mentre l’amore può sempre essere sostituito. Se, ad esempio, dici l’amore è affinità, allora lo sostituisci con il termine affinità. Ma un altro aggettivo che definisca l’affinità probabilmente non esiste. E quindi l’amore è un insieme di cose, un sentimento che esiste e non esiste, dipende da come lo vivi e cambia molto anche a fortuna.