A tu per tu con… Alessia Gazzola

E’ arrivata da pochi giorni in libreria una nuova avventura del medico legale più pasticcione di sempre: Alice Allevi. “Sindrome da cuore in sospeso” è l’ultimo libro di Alessia Gazzola, giovane scrittrice messinese che con i precedenti romanzi ha scalato tutte le classifiche di vendita. Abbiamo avuto l’onore e la fortuna di incontrarla e di rivolgerle qualche domanda sulla sua ultima creazione.

Alice Allevi è tornata, o forse è meglio dire è “tornata indietro” nel tempo. Come nasce l’idea di scrivere un prequel?

E’ nata dal fatto che mi sono accorta, dopo aver scritto L’allieva, di non aver esplorato a sufficienza le motivazioni che possono spingere una ventenne a scegliere per la vita una professione come la medicina legale e che di per sé fosse un tema molto interessante su cui incentrare un romanzo. Da qui, lo spunto per scrivere una piccola storia, un romanzo breve, che narrasse i retroscena di una vita (e di una scelta) di un personaggio che suscita nei lettori tanta curiosità.

Devo dire che, avendo letto attentamente i tuoi ultimi due romanzi, sono rimasto stupito dalla coerenza che sei riuscita a mantenere nella storia di Alice, spesso capita che “viaggiando nel tempo” si perda qualche caratteristica del personaggio o che lo si renda poco convincente, invece il tuo non è proprio il caso. Come hai organizzato i tuoi pensieri mentre scrivevi questa nuova avventura?

Ho immaginato una Alice ancora più naif e appassionata, un po’ meno cinica, aperta all’amore e alla vita. Mantenendo, naturalmente, le altre sue caratteristiche di base: è sempre molto maldestra e intempestiva, ma al contempo intuitiva. Tenendo come guida questi aspetti ho cercato di delineare questa Alice poco più che ventenne, alle prese con una fase difficile della sua vita da studentessa.

Nelle prime pagine Alice ci dice che “Bisognerebbe sempre sforzarsi di seguire i sogni d’infanzia”, lei non si è lasciata guidare dai suoi desideri di piccina. Nonostante tutto, è felice della sua vita?

Sarei una vera ingrata a non esserlo, in tempi come questi! E al di là di tutto, ritengo che la vita alla fine metta sempre ogni tassello al suo posto.

Personalmente, ho apprezzato molto la scelta di ricreare una cornice un po’ “malvaldiana”. Il borgo, gli anziani, il fatto di risolvere i misteri con le chiacchiere da bar, sono elementi strepitosi che arricchiscono la narrazione e che vedo molto ben inseriti nella storia di Alice. Toglimi una curiosità, l’idea della nonna “accusata” di alzaimer come ti è venuta?

La nonna di Alice racchiude in sé le caratteristiche di tanti nonni: i miei e quelli dei miei amici che hanno la fortuna di averli ancora in vita. I nonni sono creature molto spassose; la loro non è solo saggezza, ma è quel sano, sfrontato disincanto dell’età ad affascinarmi. Ho pensato che fosse un personaggio molto interessante per spiegare le origini di Alice, e quella del borgo mi è sembrata una cornice più adatta a una storia breve.

Alice è generalmente ponderata e riflessiva, quando si parla di faccende che le stanno a cuore però si trasforma in precipitosa e avventata. Considerando la sua famiglia, a chi somiglia di più?

Ecco, appunto, proprio alla nonna. Questa somiglianza è ribadita tante volte nella storia, proprio perché Alice è la versione contemporanea della nonna, senza bisogno di Alzheimer!

Uno degli ultimi capitoli ha per titolo una frase di Dostojeski “Ci sono delle cose che un uomo ha paura di dire anche a sé stesso”, quali cose non si dice Alice? E quali non si dice Alessia?

Non si dicono le stesse cose: quanto è grande la loro costante e spesso immotivata paura di perdersi per strada qualcosa di molto importante. 

Sei una scrittrice che ha conquistato i cuori di migliaia di lettori, “Sindrome da cuore in sospeso” possiamo consigliarlo a chi non conosce ancora Alice? Lasciamo un messaggio a tutti i tuoi fans, nuovi o fedeli?

Certamente io lo consiglio, ma ammetto di essere di parte. Io la vedo come una chicca per chi la ama già, ma per chi fosse ancora scettico o per chi fosse curioso di conoscere lei come personaggio e me come autrice può davvero essere l’ideale punto di partenza. Quindi, Amanti dei Libri, provateci!

Leggi anche la nostra recensione di “Sindrome da cuore in sospeso” di Alessia Gazzola

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Riccardo Barbagallo

Lavoro da qualche anno nell'editoria, mi occupo di comunicazione per editori e autori e sono un digital addicted. Al contrario di altri, non mi posso definire un lettore da sempre, 'La coscienza di Zeno' in prima media è stato un trauma troppo forte da superare per proseguire serenamente la relazione con la lettura. Più avanti ho deciso di leggere un libro per piacere, e non per obbligo, ed è stato lì che ho capito quale sia la vera forza della lettura: la capacità di emozionare. Credo che sia questo il segreto, se così possiamo definirlo. Non ho più smesso.

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