A tu per tu con… Agnese Moro

Il 16 marzo di 35 anni fa Aldo Moro veniva rapito e successivamente ucciso: un episodio efferato e drammatico che segnò e segna ancora la storia politica della nostra Repubblica. Gli amanti dei libri hanno incontrato la figlia dello statista, Agnese Moro, a Gavirate (Varese) nel giorno della drammatica ricorrenza, in occasione di una conferenza per le scuole secondarie. L’incontro è stato organizzato dalla professoressa Angela Lischetti nell’ambito del progetto di Cittadinanza e Costituzione, che coinvolge alcuni istituti della zona, dedicato quest’anno all’articolo 3 della nostra Costituzione. Davanti agli sguardi attenti dei ragazzi è passata la storia di una tragedia che ancora scuote le coscienze. Agnese Moro è una donna ironica e dolce, semplice e tenace, che racconta il padre con affetto e grande lucidità. Parla delle lettere da lui inviate alla famiglia dalla prigionia, che rappresentano il testamento umano di un padre attento e amorevole, sottolinea il suo senso dello stato e della politica, l’impegno nel suo lavoro di insegnante e soprattutto la sua grande umanità e fede.

Sono state scritte moltissime pagine sulla vicenda di Aldo Moro. Quali libri ritiene più validi per conoscere la personalità di suo padre, il suo impegno civile e politico e ciò che è accaduto in quei giorni drammatici?

C’è una bibliografia sterminata. Molti sono i libri sul caso Moro che riguardano i misteri e gli aspetti non chiariti, con vari tipi di ricostruzione. Per esempio sono accurati e ben documentati tutti i libri del senatore Sergio Flamigni, editi da Einaudi.
Sempre per Einaudi Miguel Gotor, storico dell’università di Torino, ha pubblicato una raccolta ragionata delle lettere in un’edizione molto bella, uscita nel 2008 e anche” Il memoriale della Repubblica”, che racconta la storia del memoriale di mio padre e delle carte trovate in via monte Nevoso. Attraverso i racconti di persone che hanno letto parti di testi, che poi sono non sono più state ritrovate ha ricostruito la presa di potere degli avversari di mio padre.
Gli storici in realtà sono abbastanza assenti, sono state pubblicati invece molti lavori giornalistici che hanno un certo valore, ma non sono una ricostruzione analitica e storiografica.

Non esiste ancora una vera e propria biografia di mio padre, ma ora stanno uscendo alcuni saggi davvero ben documentati su parti della sua vita, che aprono degli squarci su cose che lui ha fatto.Un aspetto interessante riguarda la politica estera. Ci sono infatti degli studi che si basano sugli archivi stranieri e documentano quella parte dell’impegno di mio padre. I nostri archivi infatti sono in gran parte inaccessibili per varie ragioni e il Ministero degli Esteri fino a pochi anni fa era fermo nel riordino agli anni Cinquanta.

C’è naturalmente molta letteratura d’invenzione, spettacoli teatrali, un’opera lirica di Filippo del Corno: in sostanza davvero molte produzioni tutte disorganiche.  Manca qualcosa che faccia da filo conduttore, ma prima o poi ci si arriverà.

Il suo libro, “Un uomo così” edito da Rizzoli, che ha avuto una prima edizione nel 2003 e una seconda ampliata nel 2008 si propone come un “messaggio nella bottiglia”, lanciato a chi vuole raccoglierlo. E sono in tanti quelli che l’hanno fatto.

L’idea da cui sono partita è stata quella di raccogliere dei ricordi per i miei figli, che non hanno potuto conoscere il nonno. Ho messo insieme scene di vita quotidiana, emozioni, istanti di vita per lasciare loro una testimonianza. La Rizzoli lo riteneva qualcosa di molto personale, quindi inizialmente sono stati titubanti, poi invece il libro è stato pubblicato e mi ha portato in giro per tutta l’Italia. Nel 2008 è uscita una seconda edizione in cui è stata aggiunta una parte sui luoghi in cui questo libro mi ha portato. Ci ho tenuto ad includerli tutti, perchè la cosa più importante che ho visto grazie a questo libro è un’Italia diversa, fatta di persone impegnate fattivamente per il bene di questo Paese.

Ci può dare un messaggio per “Gli amanti dei libri”?

Mio padre ha passato tutta la vita a raccogliere libri, perchè da giovane era povero e non poteva permettersi di acquistarli. Abbiamo ereditato una biblioteca “spaventosa”. Lui ci ha trasmesso l’amore per questo oggetto che è il libro. Oltre all’importanza dei contenuti c’è qualcosa in più: un odore, una sensazione, una consistenza che porti con te. I libri sono eterni: si perdono poi all’improvviso, anche inaspettatamente si ritrovano. Sono ingombranti talvolta, se vogliamo, ma sono un’insostituibile compagnia.

 

Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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